Gabriele D’Annunzio, all’anagrafe Gabriele D’Annunzio, nome con cui usava firmarsi, è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo
Gabriele D’Annunzio:
- Nascita: 12 marzo 1863, PescarA
- Decesso: 1 marzo 1938, Gardone Riviera
- Coniuge: Maria Hardouin (s. 1883–1891)
- Opere: La figlia di Iorio, La città morta, Le martyre de Saint Sébastien
- Figli: Gabriellino D’Annunzio, Ugo Veniero D’Annunzio, Renata D’Annunzio, Mario D’Annunzio.
Gabriele D’annunzio :
Ama il tuo sogno se pur ti tormenta
La mia anima visse come diecimila.
(Maia, Laus Vitae)
O falce di luna calante
che brilli su l’acque deserte,
o falce d’argento, qual mèsse di sogni
ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!
Aneliti brevi di foglie,
sospiri di fiori dal bosco
esalano al mare: non canto non grido
non suono pe ’l vasto silenzio va.
(Alcyone, Falce di luna calante)
Settembre. Andiamo è tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare,
vanno verso l’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti
(Alcyone, Pastori d’Abruzzo)
Su la docile sabbia il vento scrive
con le penne dell’ala; e in sua favella
parlano i segni per le bianche rive.
(Alcyone, Il vento scrive)
Credo nell’esperienza di un fato che ci genera e ci costringe a sporcare la faccia del mondo per vedere come ce la caveremo. Per difendermi ho imparato a maneggiare il fango. In fondo solo con il fango una mano sapiente può costruire qualche cosa che resista al fuoco. Anche se i più lo maneggiano non per costruire, ma per insozzare e per distruggere.
(Lettera ad Alessandra Carlotti di Rudinì)
Il socialismo in Italia è un’assurdità. Fra quella gente e me esiste una barriera insormontabile. Sono e rimango individualista ad oltranza. Un individualista feroce. Mi piacque di entrare un istante nella fossa dei leoni; ma vi fui spinto dal disgusto per gli altri partiti.
Tutto, infatti, è qui da me creato o trasfigurato. Tutto qui mostra le impronte del mio stile, nel senso che io voglio dare allo stile.
(dall’atto di donazione del Vittoriale degli Italiani)
Già vano celebratore di palagi insigni e di ville suntuose, io son venuto a chiudere la mia tristezza e il mio silenzio in questa vecchia casa colonica, non tanto per umiliarmi quanto per porre a più difficile prova la mia virtù di creazione e di trasfigurazione. Tutto infatti è qui da me creato e trasfigurato.
Tutto qui mostra le impronte del mio stile nel senso che io voglio dare allo stile
(Sul Vittoriale)
“Sono annoiato, sono annoiato”.
(Gabriele D’Annunzio, 1 marzo 1938, poco prima di essere colpito da emorragia cerebrale nella sua casa al Vittoriale)
Perchè l’uomo ha nella sua natura questa orribile facoltà di godere con maggiore acutezza quando è consapevole di nuocere alla creatura da cui prende il godimento?
(L’innocente)
Il socialismo in Italia è un’assurdità. Fra quella gente e me esiste una barriera insormontabile. Sono e rimango individualista ad oltranza. Un individualista feroce. Mi piacque di entrare un istante nella fossa dei leoni; ma vi fui spinto dal disgusto per gli altri partiti.
(L’innocente)
Si vive per anni accanto a un essere umano, senza vederlo. Un giorno, ecco che uno alza gli occhi e lo vede. In un attimo, non si sa perché, non si sa come, qualcosa si rompe: una diga fra due acque. E due sorti si mescolano, si confondono e precipitano.
(Il ferro)
Riconobbi la più alta delle mie ambizioni nel desiderio di portare un qualche ornamento, di aggiungere un qualche valor nuovo a questo umano mondo che in eterno s’accresce di bellezza e di dolore.
(Le vergini delle rocce)
Volete sapere i miei gusti sessuali? Beh a me piacciono 3 personalita: gli uomini le donne e me stesso…
Heu! Heu! Heu! Alalà!
(Motto, scritto il 7 agosto 1918 da Gabriele D’Annunzio su una bandierina tricolore donata agli aviatori)
Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscìo che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
(Alcyone, Sera fiesolana)
Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe’ tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l’acqua del cielo!
Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva
(Alcyone, Sera fiesolana)
Io sono perpetuamente ansioso e neanche la mia ansietà è ben definita. Io non so se sia l’ansietà del fuggiasco inseguito alla calcagna o di chi insegue senza mai raggiungere. Forse l’una e l’altra insieme.
(Il trionfo della morte)
La volontà di vivere si ritirava da lui a poco a poco, come il calore abbandona un cadavere. L’esistenza di lei non era per sempre avvelenata?
(Il trionfo della morte)
Ha voluto morire per non aver potuto rendere la sua vita conforme al suo sogno.
(Il trionfo della morte)
C’è sulla Terra una sola ebrezza durevole: la sicurità nel possesso di un’altra creatura, la sicurezza assoluta, incrollabile. Io cerco questa ebrezza. Io vorrei poter dire:- la mia amante, vicina o lontana, non vive se non del pensiero di me; ella è sottomessa con gioia ad ogni mio desiderio, ha la mia volontà per unica legge; s’io cessassi d’amarla, ella morirebbe; spirando ella non rimpiangerà se non il mio amore.
(Il trionfo della morte)
L’uno, sempre, è l’ombra dell’altra” egli pensò ” Dov’è la Vita è il Sogno; dov’è il Sogno è la Vita”.
(Il trionfo della morte)
Ella così appariva nello splendore massimo della sua animalità: lieta, irrequieta, pieghevole, morbida, crudele.
(Il trionfo della morte)
Il piacere è il più certo mezzo di conoscimento offertoci dalla Natura. (…) Colui il quale molto ha sofferto è men sapiente di colui il quale ha molto gioito.
(Il fuoco)
L’uomo a cui è dato soffrire più degli altri, è degno di soffrire più degli altri.
(L’innocente)
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini.
(Alcyone, La pioggia nel pineto)
Piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m’illuse, che oggi t’illude,
o Ermione
(Alcyone, La pioggia nel pineto)
Il falso e il vero son le foglie alterne
d’un ramoscello: il savio non discerne
l’una dall’altra, l’un dall’altro lato.
(Alcyone, L’otre)
E credere in te soltanto, giurare in te soltanto, riporre in te soltanto la mia fede, la mia forza, il mio orgoglio, tutto il mio mondo, tutto quel che sogno, e tutto quel che spero….
(Il piacere)
L’anima sua, camaleontica, mutabile, fluida, virtuale si trasformava, si difformava, prendeva tutte le forme. Egli passava dall’uno all’altro amore con incredibile leggerezza; vagheggiava nel tempo medesimo diversi amori; tesseva, senza scrupolo, una gran trama d’inganni, di finzioni, di menzogne, d’insidie, per raccogliere il maggior numero di prede. L’abitudine della falsità gli ottundeva la coscienza. Per la continua mancanza della riflessione, egli diveniva a poco a poco impenetrabile a se stesso, rimaneva fuori del suo mistero.
(Il piacere)
Io vi amo come nessuna parola umana potrà mai esprimere. Ho bisogno di voi. Voi soltanto siete vera; voi siete la Verità che il mio spirito cerca. Il resto è vano; il resto è nulla
(Il piacere)
Quale amante non ha provato questo inesprimibile gaudio, in cui par quasi che la potenza sensitiva del tatto si affini così da avere la sensazione senza la immediata materialità del contatto?
(Il piacere)
Ella, ella era l’idolo che seduceva in lui tutte le volontà del cuore, rompeva in lui tutte le forze dell’intelletto, teneva in lui tutte le più segrete vie dell’anima chiuse ad ogni altro amore, ad ogni altro dolore, ad ogni altro sogno, per sempre, per sempre….
(Il piacere)
Riaccendere un amore è come riaccendere una sigaretta. Il tabacco s’invelenisce; l’amore, anche.
(Il piacere)
Da che vi ho conosciuta, ho molto sognato per voi, di giorno e di notte, ma senza una speranza e senza un fine. Io so che voi non mi amate e che non potete amarmi. E pure, credetemi, io rinunzierei a tutte le promesse della vita per vivere in una piccola parte del vostro cuore…
(Il piacere)
Io modesto? E’ il solo difetto che mi onoro di non avere.
O beati quelli che più hanno, perché più potranno dare, più potranno ardere
(da Per la grande Italia, orazioni e messaggi)
Il mondo è la rappresentazione della sensibilità e del pensiero di pochi uomini superiori.
(Le vergini delle rocce)
Io sono un animale di lusso; e il superfluo m’è necessario come il respiro.
(da una lettera a Emilio Treves)
Bisogna fare la propria vita, come si fa un’opera d’arte. Bisogna che la vita d’un uomo d’intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui.
(Il piacere)
Io sono camaleontico, chimerico, incoerente, inconsistente. Qualunque mio sforzo verso l’unità riuscirà sempre vano. Bisogna omai ch’io mi rassegni. La mia legge è in una parola: NUNC. Sia fatta la volontà della legge.
(Il piacere)
Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non iscambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà quell’attimo
(Il piacere)
La vostra mano sul mio cuore mi farebbe, sento, germinare una seconda giovinezza, assai più pura, assai più forte.
(Il piacere)
L’aria era ancora pregna di luce, ritenendo la luce come una spugna ritiene l’acqua.
(Il piacere)
Aveva la voce così insinuante che quasi dava la sensazione d’una carezza carnale; e aveva quello sguardo involontariamente amoroso e voluttuoso che turba tutti gli uomini e ne accende d’improvviso la brama.
(Il piacere)
Nessuna cosa mi fu aliena, nessuna mi sarà! […] Laudata sii Diversità delle creature, sirena del mondo!
(Maia, Laus Vitae)
L’Arte! L’Arte! ecco l’amante fedele, sempre giovine immortale; ecco la fonte della gioia pura, vietata alle moltitudini, concessa agli eletti; ecco il prezioso Alimento che fa l’uomo simile a un dio.
(Il piacere)
Il mare aveva sempre per lui una parola profonda, piena di rivelazioni subitanee, d’illuminazioni improvvise, di significazioni inaspettate.
(Il piacere)
Certi ricordi bastano a profumare un’anima per sempre.
(Il piacere)
Quando parliamo insieme, talvolta io sento che la sua voce è come l’eco dell’anima mia
(Il piacere)
Non ho più nome nè sorte
tra gli uomini; ma il mio nome
è Meriggio. In tutto io vivo
tacito come la Morte.
E la mia vita è divina.
(Alcyone, Meriggio)
La parola è una cosa profonda, in cui per l’uomo d’intelletto son nascoste inesauribili ricchezze.
(Il piacere)
Non mai il senso della vita è soave come dopo l’angoscia del male!
(Il piacere)
Il privilegio dei morti: non moriranno più.
Un’oscura tristezza è in fondo a tutte le felicità umane, come alla foce di tutti i fiumi è l’acqua amara.
(Il piacere)
Stringiti a me,
abbandonati a me,
sicura.
Io non ti mancherò
e tu non mi mancherai.
Troveremo,
troveremo la verità segreta
su cui il nostro amore
potrà riposare per sempre,
immutabile.
O Estate, Estate,
io ti dirò divina in mille nomi,
in mille laudi
ti loderò se m’esaudi.
(Alcyone, Ditirambo III)
Tutto allora fu grande, anche il mio cuore.
Oh poesia, divina libertà!
Stanotte tienimi sul tuo cuore,
avvolgimi nel tuo sogno,
incantami col tuo fiato,
sii sola con me solo.
La passione in tutto … desidero le più lievi cose perdutamente come le più grandi. Non ho mai
tregua.
(Di me a me stesso)
Ah, perché non è infinito come
il desiderio, il potere umano?
La nostra vita è un’opera magica, che sfugge al riflesso della ragione e tanto più è ricca quanto più se ne allontana, attuata per occulto e spesso contro l’ordine delle leggi apparenti.
Non so che darei per averti qui tra le mie braccia… Fuori il sole abbaglia; si sente il rumore del mare; in un vaso i gigli mandano un profumo acutissimo spirando; le cortine dei balconi ondeggiano come vele in un naviglio. Io ti chiamo, ti chiamo, ti chiamo.
Saremo felici o saremo tristi, che importa? Saremo l’uno accanto all’altra. E questo deve essere, questo è l’essenziale.
Bisogna conservare ad ogni costo intatta la libertà, fin nell’ebrezza. La regola dell’uomo d’intelletto, eccola: “Habere, non haberi” (Possedere, non essere posseduto)
(Il piacere)
Non voglio essere compreso.
Nulla temo, sol temo di non essere incompreso.
(Di me a me stesso)
Il verso è tutto.
(Il piacere)
Memento audere semper – Ricordati di osare sempre.
(Motto di guerra dannunziano, legato alla memorabile “Beffa di Buccari”, 10-11 febbraio 1918)
Ardisco non ordisco.
Osare l’inosabile.
(Motto scritto nelle bottiglie lanciate nelle acque di Buccari il 10 febbraio 1918)
Non vogliamo più la verità. Dateci il sogno. Riposo non avremo, se non nelle ombre dell’ignoto.
(Sul quotidiano romano La Tribuna)
Difendete la Bellezza! È questo il vostro unico officio.
(Le vergini delle rocce)
Tutto fu ambito
e tutto fu tentato.
Quel che non fu fatto
io lo sognai;
e tanto era l’ardore
che il sogno eguagliò l’atto.
(Maia, Laus Vitae)
Rosam cape, spinam cave – Cogli la rosa, attento alla spina.
Cum lenitate asperitas – Le difficoltà vanno trattate con dolcezza.
Hoc habeo, quodcumque dedi – Io ho quel che ho donato.
(Frase incisa all’ingresso del Vittoriale degli Italiani )
Et ventis adversis – Anche con i venti contrari.
(Motto coniato per la Marina italiana)
Dant vulnera format – Le ferite danno forma.
Mai in basso – a basso contenuto di maggio.
Il padre gli aveva dato, tra le altre, questa massima fondamentale: Bisogna fare la propria vita, come si fa un’opera d’arte. Bisogna che la vita d’un uomo d’intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui.
(Il piacere)
Gabriele D’Annunzio Libri
Selezione di libri di Gabriele D’Annunzio su Amazon _ clicca qui
Leggi altri articoli: