Don Andrea Gallo è stato un presbitero e partigiano italiano, di fede cattolica e ideali comunisti, anarco-cristiani e pacifisti, prete di strada fondatore e animatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova.
- Nascita: 18 luglio 1928, Genova
- Decesso: 2013, Genova
Frasi di Don Andrea Gallo
Uno può anche porsi l’impegno della bontà, ma se non ha l’obiettivo del bene comune sarà buono solo con se stesso o al massimo con i propri familiari e vicini. Bisogna far crescere e maturare il senso civile della collettività e dell’utilità comune. Non basta la bontà
Al decalogo di Mosè andrebbe aggiunto un undicesimo comandamento che reciterebbe così: «Onora la madre terra». Noi ogni giorno assistiamo al suo scempio e a quella ingiustizia colossale per cui le sue risorse sono nelle mani di pochi avidi
La Chiesa è una delle ultime monarchie assolute oggi esistenti. Ma quel che più mi preoccupa è che esercita, ancora oggi, un gravissimo potere moralistico sulle anime. Abbiamo i poteri economici, i poteri mafiosi, e anche il potere eticamente intransigente della Chiesa, che continua ad assumere l’atteggiamento di giudice supremo addirittura in rappresentanza di Dio. Il potere temporale della Chiesa rischia di allontanare sempre più gente dal Vangelo. La Chiesa ha fatto di se stessa un dogma, dimenticando di predicare gli insegnamenti di Gesù.
La Santa Madre Chiesa è la nostra casa, non possiamo allontanarci da essa, né sbattere la porta e lasciare che tutto rimanga così com’è. Bensì è richiesto al credente di lottare per essa, di lottare per la riforma della Chiesa.
La Chiesa può essere cristiana solo se è umana, cioè laica e povera.
Talvolta la Chiesa è arrivata in ritardo, con evidenti anacronismi, per questo dico che essa avrà sempre bisogno delle suggestioni e degli slanci del mondo laico, ma mi preme anche sottolineare che il mondo laico avrà sempre bisogno di quel supplemento di umanità e di fratellanza, di solidarietà, che solo il cristianesimo sa offrire.
Facciamo finta che la terra sia un grande transatlantico come l’Andrea Doria. Il mare è in burrasca, sta entrando acqua, la nave è in balia delle onde. Mentre la tragedia rischia di compiersi, e tante persone tentano di rimanere aggrappate allo scafo per non affogare, all’ultimo piano c’è chi continua a suonare e danzare, noncuranti di quello che sta accadendo ai piani sottostanti. Se non si interviene in tempo, presto o tardi, anche chi sta in alto rischia di finire in mare, bisogna che tutti diano una mano nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi.
Perché bisogna credere in Dio? Te lo spiego con le parole del professore Norberto Bobbio, che ho avuto la fortuna di incontrare nel paese in cui è nato: “don Gallo io non distinguo tra credenti e non credenti. Io distinguo tra coloro che pensano e coloro che non pensano”. Il potere e i poteri sono contro Dio perché temono coloro che pensano.
La fede non è una virtù secolare: non si può andare al supermarket a comprare la fede e neppure prendere la laurea in fede. Essa nasce e cresce sul terreno fertile dell’etica e dell’amore.
Se voi avete una speranza timida, Dio non esiste .
Se voi non sperate in niente, Dio non c’è .
(…) Sperate nell’impossibilità, perché Dio è oltre l’impossibile.
Nessuno si libera da solo. Nessuno libera un altro. Ci si libera tutti insieme. In una globalizzazione dei diritti, in una partecipazione democratica.
Sono un sacerdote che non potrà mai diventare un Papa..gallo [Rispondendo alla richiesta di diventare Papa]
Mi definisco un prete anarchico. Il termine anarchico viene dal greco e vuol dire contro ogni potere che opprime. Chi ha una responsabilità dev’essere a servizio e non esercitare un potere, o una repressione, o un dispotismo. Il vero anarchico può scegliere la non violenza, la svolta epocale dell’umanità.
L’unico mio rimpianto è che sono stato a volte troppo dolce con tutte le istituzioni, con tutti i poteri.
Sogno una Chiesa non separata dagli altri, che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna
(Ultimo messaggio di Don Andrea Gallo su Twitter)
Caro Faber, parli all’uomo, amando l’uomo. Stringi la mano al cuore e svegli il dubbio che Dio esista.
Il Mediterraneo è un grande lago. Come si fa a respingerci da una sponda all’altra di un grande lago? Bisogna riscoprire l’accoglienza di questo camminare insieme. Siamo cittadini del mondo, dovremmo cercare una solidarietà vera, cercare cosa vuol dire guardarsi negli occhi
Il Male sta dove manca la speranza del Bene. Come diceva papa Giovanni, nella Pacem in terris: «Non ascoltate i profeti di sventura» .
Fortemente spero in una giustizia mondiale, e allora vi auguro di diventare tutti più poveri, perché non ci potrà essere giustizia mondiale se non saremo tutti più sobri, più parsimoniosi, più poveri, più giusti, in tutti i nostri pensieri, in tutti i nostri rapporti e progetti.
«Il più alto tra voi sia il servo dei fratelli e delle sorelle».
Servitore. Quindi se uno va in politica è come tale che deve percepirsi.
L’integrazione è nel rispetto di tutte le culture, quando uno fa guerra all’altro di un’altra cultura per difendere la propria identità vuol dire che la sua identità è fragile, perché non sa veramente ascoltare quello che l’incontro può portare.
A me l’unico titolo che piace è: “prete di strada”. Tanto è vero che quando vado ai dibattiti e si presentano i relatori delle università di Bologna, Genova, Palo Alto, Cambridge… A me piace quando dicono: “don Andrea Gallo dell’università della strada”
Sto con i poveri e i reietti del pianeta, con gli scartati delle notti genovesi. Alle prostitute e ai trans che ogni tanto vengono a trovarmi, non porgo subito l’eucaristia e non cerco di convertirli. Prediligo la strada del perdono e dico loro: stanotte, vuoi fermarti a parlare con me?
Se penso anche a tanti fedeli delle nostre messe domenicali, che fanno a gara per fare atto di presenza ai riti e alle iniziative parrocchiali solo per “farsi vedere”, per puro gusto dell’affermazione di sé o per esercizio di un potere che non sono riusciti a ottenere da nessun’altra parte.
Gesù si scaglia contro gli indifferenti, i menefreghisti, gli operatori di iniquità.
Questa è la storia di un vinto, ce ne sono tanti, purtroppo, che sognano una casa, una famiglia, invece trovano l’abbandono, la disperazione. Non sono loro le vittime, sono io, siamo noi, perché non ci rendiamo conto dell’indifferenza.
Cari ragazzi, io a 17 anni e un mese con i partigiani ho visto nascere la democrazia, ora che sono vecchio devo vederla morire? La speranza siete voi, restiamo umani!
Una persona transessuale è figlia di Dio al pari di ogni altro essere umano.
Il concetto di frammento è importante, in un certo senso io raccolgo frammenti umani ai quali dare attenzione, perché si riscattino. Questi frammenti umani io li considero delle pietre. E’ con questi frammenti che si costruiscono delle persone.
La mia preghiera mattutina, in chiesa, è: “Dio mio, oggi dammi la forza di essere uomo, dammi la forza di essere cristiano”.
I miei vangeli non sono quattro… Noi seguiamo da anni e anni il vangelo secondo Fabrizio De André, un cammino cioè in direzione ostinata e contraria. E possiamo confermarlo, constatarlo: dai diamanti non nasce niente, dal letame sbocciano i fiori.
Tre testi sono la mia guida nella vita: la Bibbia, la Costituzione e le parole scritte e intonate da Fabrizio De André.
Le parole di Gesù sono tremende: maledicono tutti coloro che non lavorano per la giustizia sociale e il bene comune.
Il messaggio di Gesù è che prima della fede viene l’etica, cioè il comportamento di ciascuno.
Essere poveri significa vivere secondo le proprie possibilità, non al di sopra, significa fare amicizia con la sobrietà. È solo grazie alla sobrietà che sboccia il rispetto per la natura e l’ambiente; e qui bisognerebbe richiamare san Francesco: «Laudato sii, mi’ Signore, per sora nostra madre terra». Mi chiedo: il papa, che sta in uno dei palazzi più sfarzosi del mondo, che ha i giardini vaticani, che ha Castel Gandolfo, ma come fa ad annunciare Gesù povero?
Dalla sobrietà nasce la solidarietà, cioè l’arrivare a pensare agli altri. Vi faccio un esempio: io se ho quattro panini penso: “Magari con due posso anche farcela, e il resto lo posso dare a chi non ha niente”. Ecco che dalla parsimonia, dalla sobrietà, si passa alla solidarietà .
La strada mi arricchisce, continuamente. Lì avvengono gli incontri più significativi, l’incontro della vera sofferenza, l’incontro di chi però ha ancora tanta speranza e allora guarda, attende. Per la strada nascono le alternative, nasce il voler conquistare dei diritti
Comunque è vero, sono comunista. Non dimentico mai la Bibbia e il Vangelo. E non dimentico mai quello che ha scritto Marx.
[A proposito di Fernando Pivano] La Fernanda! Una di quelle persone che ci regala il cielo ogni tanto. Ci ha insegnato un linguaggio universale. Dialogare, ascoltare tutti.
[A proposito di Fabrizio De André]La tua morte ci ha migliorati, Faber, come sa fare l’intelligenza.
Abbiamo riscoperto tutta la tua «antologia dell’amore», una profonda inquietudine dello spirito che coincide con l’aspirazione alla libertà.
E soprattutto, il tuo ricordo, le tue canzoni, ci stimolano ad andare avanti.
Caro Faber, tu non ci sei più ma restano gli emarginati, i pregiudizi, i diversi, restano l’ignoranza, l’arroganza, il potere, l’indifferenza.
Il povero è colui che ha una speranza sciolta da tutte le condizioni, mentre quando noi speriamo, troppo spesso, speriamo sempre e solo purché ci sia garantito ciò che già abbiamo.
Tutta la storia di Gesù è costellata di incontri con lebbrosi, storpi, ciechi, incontra i muti, incontra le prostitute, incontra la donna sorpresa in flagrante adulterio.
Io vedo che, quando allargo le braccia, i muri cadono. Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri.
Nessuno possiede la verità sulla terra, ciascuno porta in sé un frammento di verità che può essere regalato all’altro.
L’indifferenza è l’ottavo vizio capitale.
Gesù non ha scelto il Palazzo, ha scelto di nascere in una mangiatoia.
Le parole di Gesù sono sovversive, indomabili, rivoluzionarie: soffocano nelle sagrestie e respirano sul marciapiede.
Sono un prete che si è scoperto uomo.
Spalancare le braccia è il gesto che faccio più spesso da quando la ragione e il cuore mi aiutano a vivere.
La mia felicità umana la misuro sulla mia capacità di accogliere.
“Rifondare la speranza”. E’ questo il mio motto.
Io sento il bisogno di vigilare contro le mancanze della giustizia.
Il posto di un prete è fra la gente: in chiesa, per strada, in fabbrica, a scuola, ovunque ci sia bisogno di lui, ovunque la gente soffra, lavori, si organizzi, lotti per i propri diritti e la propria dignità..
Chi riconosce l’appartenenza alla famiglia umana, come fa a non aprire le porte? Poi io, come cristiano, come faccio a non essere accogliente? E io ti accolgo come sei, come persona, perché ancora prima di essere maschio, femmina, omosessuale o straniero, uno è persona, cioè un soggetto di autonomia.
È difficile tener sempre la porta aperta, non è facile. C’è anche la paura, ma noi non rimuoviamo la paura, la affrontiamo. Quante volte in questo ufficio mi han puntato una rivoltella… Ma solo attraverso l’accoglienza, attraverso l’ascolto, attraverso la disponibilità, la generosità, si supera la paura.
Io corro un rischio gravissimo come uomo, come cristiano, come prete, come coordinatore, il rischio cioè di negare a chiunque io incontro il diritto alla non sofferenza.
I cristiani, se non sono accoglienti, non dicano che sono cristiani. Chiunque incontri è tuo fratello, figlio, figlia; non ci sono fratelli e sorelle di serie B, C e D. Su tutte le difficoltà riguardanti l’immigrazione, dico: diamo prima l’accoglienza e poi le difficoltà le affronteremo.
Sono sempre stato attratto dal desiderio di riscatto della condizione umana emarginata. È il fulcro del cristianesimo. Non c’è fanatismo e non c’è rassegnazione. È messaggio evangelico, è Buona Novella.