Nonostante sia stato uno degli scrittori e drammaturghi più importanti della storia, la vita di William Shakespeare, piuttosto oscura ed avvolta da misteri, ci tramanda un personaggio veramente impenetrabile.
Ciò che si conosce, infatti, è esclusivamente il frutto di lunghi studi sui documenti dell’epoca, oltre a vari riferimenti presenti negli scritti di suoi contemporanei, che sono stati messi insieme con non poca fatica.
Molti, invece, sono gli aneddoti che nel corso dei secoli sono circolati, ma gran parte di essi sono del tutto privi di fondamento e di notizie storiche.
William Shakespeare Biografia
Nacque il 23 aprile (anche il giorno non è del tutto certo) 1564 a Stratford-Upon-Avon nello Warwickshire in una ricca famiglia; suo padre era infatti un importante mercante mentre la mamma apparteneva alla nobiltà terriera.
La sua prima formazione avvenne nella scuola del paese, forse la King’s New School, dove approfondì gli studi del latino, della logica e della retorica, appassionandosi ai classici della letteratura.
Si sposò giovanissimo, a soli 18 anni (1582), con Anne Hathaway, una donna di molti anni più grande di lui e dalle origini modeste, dalla quale ebbe subito una figlia, Susan, e poi due gemelli Judith ed Hamneth; purtroppo quest’ultimo morì prematuramente a soli 11 anni.
Nella vita di William Shakespeare c’è poi una totale mancanza di notizie di alcuni anni, dal 1585 al 1592, durante i quali non si sanno quali siano state le varie attività intraprese da William; questo buco ha fatto si che nascessero varie storie a proposito, alcune delle quali raccontano che egli fu costretto a scappare a Londra perché accusato di aver cacciato di frodo, ma anche in questo caso non esistono prove certe.
Sicuramente, però, Shakespeare si trovava in città nel 1592 perché è stata ritrovata una lettera di Robert Greene, membro degli University Wits, nella quale egli lo accusava pesantemente, considerandolo un faccendiere presuntuoso, in quanto reputava le sue opere le più belle del Paese.
Da ciò gli studiosi hanno dedotto che già in quegli anni Shakespeare si fosse dedicato al teatro, scrivendo diverse opere che erano note in Inghilterra e per le quali godeva di una buona fama.
A causa di una grave pestilenza, nel 1594 i teatri furono chiusi per cui egli ripiegò sulla scrittura di poemi che lo fecero conoscere al pubblico come un autore di talento e molto piacevole.
Per ciò che riguarda le opere teatrali, invece, Shakespeare riscosse all’inizio molto meno successo.
Ciononostante, il suo amore per questa forma di arte lo portò a continuare su questa strada ed anzi ad investire anche del denaro nella compagnia teatrale Chamberlain’s Men, che portava in scena gran parte dei suoi lavori.
Come aveva previsto, la sua popolarità crebbe a tal punto che iniziò a guadagnare molto proprio dalla compagnia e riuscì ad investire anche nel famosissimo Globe Theatre di Londra, diventandone azionista e proprietario.
The Chamberlain’s Men, intanto, era diventata così famosa e rinomata da essere chiamata anche a corte da re Giacomo I Stuart nel 1603; il successo fu talmente eclatante che la fece diventare la sua compagnia personale con il nome The King’s Men.
Shakespeare continuò ad investire nei teatri e nel 1608 divenne co-proprietario anche del teatro Blackfriars.
Gran parte delle opere di Shakespare sono legate ad eventi della sua vita personale, tant’è che sembra che quelle scritte dagli inizi del 1600 fino alla morte siano state fortemente influenzate da diverse circostanze infelici come la scomparsa del padre e quella del Conte di Southampton, suo grande amico e mentore, condannato a morte per la ribellione in Essex.
Pur continuando la collaborazione con la sua compagnia teatrale, nel 1613 acquistò una proprietà a Stratford e decise di ritirasi lì.
Morì a soli 52 anni, il 23 aprile 1616 e fu seppellito nella chiesa di Stratford-Upon-Avon, dove era nato. Come gran parte della sua vita, anche le cause del suo prematuro decesso sono poco chiare e molto fumose: per alcuni sarebbe morto per la febbre tifoidea, per altri di influenza che vrebbe contratto durante un’epidemia che si era diffusa in quegli anni.
Alcuni studiosi, esaminandocon attenzione i suoi ultimi scritti avrebbero attribuito, invece, la causa principale della sua morte alla sifilide. Proprio per questo motivo, infatti, egli avrebbe smesso di scrivere durante gli ultimi anni e, a prova di questa ipotesi, anche la sua firma risultava differente, come se fosse affetto da distonia, una contrazione involontaria dei muscoli legata alla malattia.
In molte opere, poi, ne descrive i sintomi con molta attenzione, come se li conoscesse bene avendoli sperimentati personalmente.
Opere di William Shakespeare
La produzione artistica e letteraria di William Shakespeare è senza dubbio estremamente vasta e complessa ed ha inizio molto presto nella vita dello scrittore, protraendosi per circa 20 anni, fino al 1611 quando terminò di scrivere.
Sono riconoscibili, infatti, drammi storici, poesie, commedie, tragedie; ha scritto 38 opere teatrali delle quali 2 sono andate purtroppo perdute.
Esse hanno ispirato autori successivi, che hanno visto nei suoi personaggi grandi affinità con il romanticismo, che William Shakespeare sembrerebbe anticipare. Tuttavia questa visione semplicistica ha spesso distorto ed influenzato l’allestimento delle sue opere che, ad una più attenta rilettura sono molto più complesse.
La grandezza di William Shakespeare è stata quella di riuscire a sintetizzare differenti tipi di forme teatrali, sia contemporanee che precedenti a quelle del suo tempo, intrecciando comicità, arguzia, dialettica e tragicità in un equilibrio perfetto.
Nel periodo in cui i teatri di Londra furono chiusi a causa della peste (1592-1594) egli scrisse dei piccoli poemi: Venere ed Adone ed il Ratto di Lucrezia oltre ad una serie di Sonetti dedicati al suo grande amico, il Conte di Southampton.
Sebbene non sia facile la collocazione temporale dei suoi scritti, è appurato che fra il 1594 ed il 1599 scrisse alcune opere teatrali di grande importanza, ovvero Sogno di una Notte di Mezza Estate, Riccardo III, il Mercante di Venezia e Romeo e Giulietta.
Nel corso della sua vita, poi, è possibile riconoscere differenti momenti che corrispondono a generi letterari diversi; ad esempio egli ebbe un periodo in cui si dedicò alla scrittura di commedie e drammi storici, uno in cui realizzò le sue più grandi tragedie ed infine uno dedicato in prevalenza ai racconti romanzeschi.
Nelle sue opere storiche (Enrico IV, Enrico V e Riccardo III) Shakespeare trattò alcuni degli eventi più importanti della storia inglese con uno spaccato della società dell’epoca medievale e rinascimentale, oltre a raacontare la Guerra delle Due Rose.
Con il Mercante di Venezia, La Dodicesima Notte e Molto Rumore per nulla, tutti scritti verso la fine del Cinquecento, egli si dedicò ad una profonda analisi della psicologia dei personaggi mentre in Amleto, Cleopatra, Macbeth e Re Lear (la cui stesura è compresa fra il 1600 ed il 1607), essendo molto provato da eventi personali tragici, si soffermò più che altro sulla solitudine umana e sulla follia cui è possibile arrivare.
Amleto, fra le opere più conosciute e rappresentate nei secoli, racconta la storia di un antieroe, nella quale sono rappresentati molti aspetti negativi dell’animo umano fra cui il tradimento, la punizione, l’incesto ed il fallimento che portano verso la distruzione fisica e morale del protagonista.
Le ultime opere, fra le quali la Tempesta, Cymbeline e Racconto d’Inverno, pur essendo tragedie non finiscono con la morte dei protagonisti, ma prevedono ravvedimenti e perdoni, in modo da avere quindi un finale meno cupo e grave.
Sempre agli ultimi anni appartengono anche varie commedie come Coriolano, Pericle ed Enrico VIII, Misura per Misura e Tutto è Bene ciò che Finisce Bene.
Certo non è facile elencare tutte le opere e le poesie scritte da William Shakespeare, ma ciò che è certo è che al di là delle critiche, dei dubbi sulla paternità delle tragedie e della loro non facile interpretazione, esse hanno condizionato molto pesantemente la cultura, il teatro e la cinematografia inglese ed internazionale.
Basti pensare a due delle sue più conosciute opere: Romeo e Giulietta e Otello.
Nella prima Romeo e Giulietta sono il simbolo dell’amore per eccellenza e il famoso balcone a Verona è meta di migliaia di turisti ogni anno.
Nella seconda Otello simboleggia universalmente la gelosia così come Amleto rappresenta l’essenza più profonda del dubbio.
Eppure nel corso dei secoli non tutti hanno amato le sue opere ed in molti lo hanno pesantemente criticato, sia quando era ancora in vita, sia dopo la sua morte. Uno per tutti: Voltaire affermò che l’Amleto era stato scritto da un ubriaco selvaggio.
Curiosità su William Shakespeare
Il Sonetto 145 sarebbe dedicato alla moglie: ‘hate away’, infatti, sembrerebbe avere assonanza con il cognome Hathaway
In molti avrebbero voluto riesumare il corpo di William Shakespeare per capire le reali cause del decesso; peccato che siano sempre stati fermati dall’epitaffio sulla sua tomba, che suona come una maledizione: “….benedetto colui che custodisce queste pietre, e maledetto colui che disturba le mie ossa”.
A causa di una serie di sfortunati avvenimenti, la famiglia Shakespeare non ha alcuna discendenza e la stirpe si estinse definitivamente 25 anni dopo la morte di William.
Se non trovava la parola adatta mentre scriveva la inventava, letteralmente, tant’è che a lui sono attribuiti ben 3000 tra vocaboli e modi di dire che sono ancora usati nella lingua inglese attuale.
Qualche studioso gli ha attribuito origini italiane ed è per questo che egli avrebbe ambientato molte opere proprio in Italia.
Shakespeare non solo scrisse, ma fu anche attore recitando in varie opere teatrali.
Alcuni attribuiscono la morte alla sua vita dissoluta, passata a bere nelle locande insieme a Ben Jonson, amico e drammaturgo.
William Shakespeare viene più volte definito “il Bardo”; tale termine, di origine celtica, descriveva inizialmente i druidi, i sacerdoti ed in genere coloro che custodivano le tradizioni di un popolo.
Poi, nel corso dei secoli il significato è cambiato, andando ad indicare un poeta – scrittore.