Biografia Aristotele Filosofo Greco

Aristotele nacque a Stagira nel 384 a.C. ed è ricordato per essere stato uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, nonché scienziato. Entrato nella scuola di Platone a soli 17 anni è considerato, insieme a questi, il padre del pensiero filosofico. La sua unica formazione avvenne proprio con Platone, successivamente al suo decesso questo fondò, con altri scolari, una comunità dove iniziò ad insegnare in prima persona, divenendo così importante in poco tempo da occuparsi, dietro richiesta del Re Filippo, dell’educazione di suo figlio Alessandro.
Volendo chiarire il percorso di vita di Aristotele lo si può definire i tre periodi sostanziali ovvero gli anni trascorsi con Platone, gli anni in cui terminò i suoi studi e viaggiò e infine la fondazione della sua scuola.
Aristotele dopo il suo periodo formativo, fondamentale per la sua persona, alla morte di Platone nel 347 a.C. abbandona l’Accademia e lo fa insieme ad altri brillanti filosofi. Tutti si trasferiscono ad Asso, dove si riuniscono con altri filosofi che appartenevano alla scuola di Platone.
Insieme fondano l’unica scuola Platonica riconosciuta. Successivamente Aristotele si muove verso Lesbo dove fonda una seconda scuola, iniziando ad insegnare.
Opere e scritti
Le opere pervenuteci comprendono gli scritti composti per l’insegnamento e sono detti “acroamatici”, o “esoterici” (racchiudenti una dottrina segreta); Aristotele compose anche altri scritti che furono chiamati “essoterici” destinati al pubblico. Aristotele aderisce dapprima al pensiero platonico e poi trasforma la natura stessa dei suoi interessi spirituali, passando dallo studio dei problemi filosofici a quello dei problemi scientifici particolari.
Le opere invece vengono divise concretamente in base a quelle che hanno il compito di informare sulle cose che esistono, quelle che devono dirci qualcosa sull’agire e sull’etica e quelle che invece servono per dilettare la coscienza umana e occorrono quindi ad avvicinare lo stesso all’arte. In sostanza tutto si divide in conoscenza, linea da seguire nella vita e piacere dato dalle arti.
La filosofia di Aristotele
Come Platone, la filosofia di Aristotele, parte dal principio di ricerca di un punto, un motivo, un qualcosa che spieghi i cambiamenti nel mondo e nella natura. Il filosofo, pur essendo consapevole di quanti lo avevano preceduto come Parmenide ed Eraclito, ritiene che questi rappresentino due eccessi. Per uno tutto è fermo, per l’altro tutto scorre. Assume da Platone molto della sua filosofia, tuttavia ritiene a differenza di questo che la materia non sia guidata da qualcosa di esterno ma da un punto che si trovi internamente alla materi stessa.
Aristotele quindi, in qualità di allievo di Platone, abbraccia solo una parte della sua filosofia. Abbandona i miti e tutta la visione mistica e religiosa, punta a parlare di Dio in modo più razionale, parlando della filosofia come un qualcosa di scientifico e di disinteressato. Aristotele ritiene che tutte le cause del mondo sensibile appartengono alla realtà. Da qui parte proprio la critica al suo maestro che invece ricercava cause trascendentali, quindi non appartenenti al mondo terreno.
La metafisica di Aristotele
Aristotele si interroga sulle caratteristiche della metafisica, asserendo che la parte principale di ogni essere è la sostanza. Nell’aitiologia individua: cause materiali (quindi la cosa di cui è fatta), cause formali (quelle che determinano l’identità di una cosa), cause efficienti (che mettono in moto la cosa) e cause finali (ovvero lo scopo per cui quella cosa è stata fatta). L’essere quindi passa per diversi significati come quella accidentale, logica, atto e potenza e categoriale.
Per Aristotele è chiaro che per conoscere gli enti bisogna fare riferimento all’Essere. Quando si parla di enti ci si riferisce a tutto, ovvero le cose che esistono. L’Essere è uno ma gli enti sono tutti diversi tra loro. Questo elemento è fondamentale perché gli “enti” permettono ad Aristotele di risolvere il problema ontologico: la materia ha un modo tutto suo di cambiare. Da qui si apre una vera e propria rivoluzione rispetto al pensiero Platonico, viene superato quel dualismo che lo caratterizzava.
Vengono però definite dieci categorie che permettono di classificare gli enti, in base alle loro differenze: qualità, sostanze, relazioni, quantità, dove, quanto, relazioni, agire, subire, avere, giacere. Queste categorie rappresentano dei geni massimi in cui posizionare tutte le cose. Ma solo una è la suprema, ovvero la sostanza, tutte le altre sono accidentali, ovvero non sono in grado di vivere da sé.
La gnoseologia di Aristotele
Nello studio della conoscenza, il filosofo parla dell’importanza del sapere e dell’esperienza sensibile per l’uomo. Qui, come Platone, parte dal presupposto secondo cui l’intelletto umano non è passivo ma anzi è attivo e questo proprio gli consente di cogliere tutte le particolarità delle cose.
Aristotele però ritiene che vi sono diversi gradi del conoscere, ci sono alcune idee con cui nasciamo, altre che percepiamo nel corso della vita attraverso i sensi. Quindi l’essere umano nasce con delle conoscenze di fondo, queste vengono raggruppate per classi. Al livello inferiore del sentire umano ci sono le sensazioni, che sono le percezioni soggettive delle cose, qui si determina il senso comune. Successivamente c’è la fantasia che è propriamente una facoltà dell’anima che permette di filtrare le cose. Da qui nasce poi l’esperienza. La conoscenza culmina con l’intelletto attivo, ovvero la capacità del pensiero di dare forma alle cose. Questo è possibile solo grazie all’intuizione, ovvero la capacità, consapevolezza e libertà della mente umana. Da qui si viaggia dal particolare all’universale e si abbraccia la logica di Aristotele che è deduttiva. È uno stimolo che porta poi a un processo. ( GNOSEOLOGIA )
La logica di Aristotele
La logica è distinta dall’intelletto, è la conoscenza del pensiero discorsivo. Aristotele la usa per teorizzare la forma deduttiva del sillogismo. Mentre l’intuizione serve alla verità suprema della conoscenza, la logica serve ad avere delle convinzioni che siano corrette. Infatti più che parlare di logica, Aristotele parla di Analitica. Ogni elemento viene scomposto per comprenderne ogni parte.
A tal proposito viene fatta una suddivisione tra Analitici Primi e Analitici Secondi. Per i primi si tratta di leggi che non sono dimostrabili ma che si possono intuire. Un esempio sono l’identità e il principio di non contraddizione. Il sillogismo è in pratica un ragionamento coerente in cui tutti gli elementi coincidono.
Attraverso questa tecnica si possono dividere tutte le cose in gruppi, ma bisogna sempre partire dai fatti. Ma solo l’intuizione intellettuale è in grado di dare fondamento oggettivo e universale.
Se la logica arriva a determinate cose per deduzione, la dialettica invece è una tecnica che viene messa a punto da Aristotele per fare conversazione e uscirne vincitori. Questo però non vuol dire effettivamente avere ragion, ma semplicemente essere in grado di prevalere con la propria tesi rispetto all’avversario. S porta l’interlocutore alla contraddizione, mostrando che la sua tesi è fallace e che non ha risultati inconfutabili.
Etica di Aristotele
Per quanto concerne l’etica, Aristotele ritiene che questa sia parte del comportamento e la definisce come il comportamento da tenere per vivere bene. Per essere felici bisogna però realizzare la propria ragione d’essere. Questo lo si può fare mediante tre forme diverse: edonistica, incentrandosi sulla cura del corpo, politica, impegnandosi nella vita sociale con gli altri e teoretica, quella massima che si occupa della contemplazione della verità.
L’ideale sarebbe avere la capacità di integrarle tutte e te, per far sviluppare armonicamente l’anima. Questa invece ha tre differenti tipologie di potenzialità: vegetativa, che è di tutti gli esseri e include le capacità nutritive e riproduttive, sensitiva che riguarda gli animali e quindi è relativa alle passioni, razionale propria dell’uomo che invece riguarda l’intelletto.
Ognuna di queste ha uno scopo differente, per l’anima vegetativa lo scopo finale è il piacere e la salute, per l’anima sensitiva invece ci sono le virtù etiche come il coraggio, poiché l’uomo è un animale sociale ha bisogno del giusto riconoscimento. Per l’anima razionale invece sono le virtù dianoetiche, che possono essere calcolative o scientifiche e avere una finalità pratica o di sublimazione dell’intelletto.
L’uomo si divide tra l’eterno bilanciamento di tutti questi elementi, cercando quello che è il suo sentire e la sua necessità.
Politica
Per quanto concerne la politica, come anticipato, Aristotele si discosta molto da Platone. Ritiene che questo sia uno dei mezzi per diventare persone più felici e vivere in armonia. Aristotele punta più all’equilibrio che all’estremizzazione. Definisce tra forme politiche di Stato: monarchia, aristocrazia e politeia che devono appunto fare attenzione a tirranide, oligarchia e democrazia che sarebbero forme estreme.
L’Amicizia secondo Aristotele
Un concetto molto importante è quello di Philia, ovvero di amicizia. Il filosofo parla dei diversi tipi di amicizia: quella data dall’utilità, quella data dal piacere e quella data dalla virtù. L’amicizia dell’utilità è tipicamente degli uomini maturi o molto giovani che cercano di trarre sempre dei vantaggi. L’amicizia del piacere è quella che si basa sui bisogni e sui desideri delle perone mentre quella delle virtù è quella che si basa su due condizioni: uguaglianza e consuetudine. Mentre nell’amore ci sono fattori istintuali, nell’amicizia questi fattori non intervengono. La Philia quindi parla del legame tra amicizia e reciprocità, che serve proprio a determinare il riconoscimento del desiderio del bene.
Aristotele parla anche di proposizione ovvero un insieme di termini che danno vita al giudizio. Questo può essere vero e falso. Solo le frasi categoriche possono rientrare in una o altra categoria. Le proposizioni possono essere affermative o negative, a quantità universali, particolari, singolari.
L’importanza di Aristotele nel tempo
Aristotele in Occidente portò avanti i suoi concetti. Durante il Medioevo poi fu mantenuta viva grazie agli arabi che avevano degli interessi molto forti nei suoi confronti. Basti pensare che le sue idee hanno influenzato gli studio dei grandi filosofi del Novecento, con sviluppi fondamentali anche per l’etica e per il dibattito.